Ampia e popolata borgata dell'ubach situata a destra della strada provinciale che collega Venasca a Rossana, distante 1,280 km dal paese. È costituita da 14-15 case, alcune di pietra con tetto in lose, altre in muratura, ora quasi tutte restaurate. Vi erano stalle, fienili, porticati per il deposito della paglia, cortili e un forno (demolito perché pericolante). In passato si allevavano mucche, ovini, animali da cortile; si coltivavano fagioli, piselli, ortaggi vari (cavoli, cavolfiori), meliga e grano. In passato ën Rafana vivevano le famiglie Madala, Monge Blua, Centenero, Allasina, Rinaudo, Bottero, Vincenti, Monge Roffarello, per un totale di 50 residenti ed era una delle borgate più popolate.La famiglia Rinaudo, alla quale appartiene l'informatrice, contava ben 12 membri ed era la più numerosa di Venasca: era soprannominata “Genti” e i componenti (e la stessa informatrice) detti “Chi de Toni Genti" (bisnonno dell'informatrice), così chiamati per distinguersi dagli altri Rinaudo del paese. Ancora oggi questa famiglia è meglio conosciuta con il soprannome “Genti” e pochi sanno il vero cognome. Il forno, ora scomparso, era in comunione tra tutti i residenti e a turno si faceva il pane.Il grano prodotto nella borgata veniva portato a macinare ai mulino del paese (al Mülin de Odiardo o al Mülin de Garola). Non c'era la potabile e si andavano a fare rifornimenti d'acqua alla Funtana 'd Parola. Oggi la potabile arriva da Arlai mediante un acquedotto privato chiamato “Monge Pagò”. Attualmente a Rafana vivono ancora 13-14 persone: alcune discendono degli antichi residenti, altre sono nuove.